La Corea del Sud è la nuova Cina.
Queste sono le parole degli esperti nel settore abbigliamento e calzature. E i dati lo confermano: con un aumento del potere d’acquisto del 24% nel 2022 e un valore di export pro-capite pari a 76€ (ben superiore ai 4€ della Cina e ai 20€ del Giappone), la Corea del Sud si posiziona tra le destinazioni più promettenti per l’export Made in Italy nel settore calzaturiero.
Ma cosa cerca il pubblico coreano in fatto di calzature? E, soprattutto, quali strategie adottare per posizionarsi in un mercato così diverso e dinamico? C’è davvero spazio per le PMI del Made in Italy?
In questo articolo cercheremo di risolvere tutti questi dubbi concentrando il nostro sguardo sulle ultime tendenze del settore moda in Corea del Sud e sulle strategie di marketing più adatte per conquistare il mercato della K-fashion.
SOMMARIO
- Made in Italy in Corea del Sud: i numeri di Assocalzaturifici
- L’ecosistema digitale coreano: piattaforme e-commerce e social media
- Moda calzature in Corea del Sud: Onda Coreana e K-Fashion
- 3 elementi per una strategia marketing di successo in Corea
- 1. Qualità Made in Italy
- 2. Presenza digitale e servizio post-vendita
- 3. Influencer Marketing e attenzione ai trend social
Calzature Made in Italy in Corea: I numeri di Assocalzaturifici
L’analisi di Assocalzaturifici sull’interscambio italiano di calzature in Corea del Sud, conferma l’interesse del mercato asiatico nei confronti del Made in Italy, evidenziando numeri in continua crescita.
Secondo i dati, riferiti al 2022 e al primo trimestre del 2023, l’export di calzature in Corea ha visto un’ampia crescita sia in valore (+21,9%) che in quantità (+2,9%), con un giro d’affari pari a oltre 300 milioni di Euro. L’Italia si conferma come terzo Paese fornitore dopo Cina e Vietnam, conquistando una fetta del 17,6% dell’import e posizionandosi al primo posto tra le economie occidentali per il settore di fascia alta.
Non sorprende, dunque, che MICAM abbia scelto Seoul come tappa internazionale per la presentazione dell’edizione 2023, che si svolge proprio in questi giorni a Milano. In qualità di capitale della moda asiatica e sede del 60% dei distributori e importatori del settore “la moda italiana a Seoul è un presidio fondamentale per le imprese calzaturiere, poiché rappresenta un momento di incontro e confronto con i maggiori player della distribuzione sul mercato” ha dichiarato anche la presidente reggente di Assocalzaturifici, Giovanna Ceolini.
Ma cosa cerca il pubblico coreano in fatto di calzature?
In base ai dati, la tipologia di prodotto più richiesta sono le calzature in pelle (70% dell’export italiano), settore nel quale l’Italia si posiziona al primo posto per l’artigianalità e la qualità dei materiali. Tra gli altri prodotti, vi è un forte rialzo nell’export di calzature con suole in gomma (+27%) e di scarpe tecniche per attività all’aria aperta. Risultati in linea con i trend globali, che riportano una crescita nell’interesse per l’abbigliamento casual e sportivo.
Nonostante i numeri incoraggianti, è importante ricordare che la Corea è un mercato estremamente variegato e complesso, e per fare breccia nel cuore del pubblico asiatico è fondamentale adattare le proprie strategie di marketing ai gusti e alle tendenze d’acquisto locali.
Nei prossimi paragrafi cercheremo di analizzare i principali aspetti da tenere in considerazione per le PMI del settore calzaturiero interessate ad espandere la propria presenza sul mercato coreano.
L’ecosistema digitale coreano: conoscerlo per conquistarlo
Grazie al boom economico degli ultimi decenni, la Corea del Sud è oggi uno dei mercati più dinamici e digitalizzati al mondo. Con un mercato della moda del valore di circa 34 miliardi di Euro e un continuo aumento della spesa in beni di lusso, la Corea si conferma una delle destinazioni più interessanti per le aziende italiane interessate a espandersi all’estero.
L’Italia, però, non è certo l’unico Paese ad aver colto queste opportunità e la competizione internazionale è altissima. Per questo motivo è importante conoscere bene le peculiarità di questo mercato e, affidandosi a degli esperti, formulare strategie di marketing efficaci basate non solo sul proprio personal brand, ma anche sui gusti e sulle preferenze d’acquisto del pubblico locale.
Come in molte altre realtà asiatiche, infatti, il mercato coreano presenta un ecosistema digitale profondamente diverso da quello occidentale, con social media, modalità d’acquisto e necessità specifiche. Secondo i dati, oltre il 90% dei coreani è regolarmente attivo sui social e, in media, il 60% degli acquirenti cerca informazioni sui brand prima di procedere all’acquisto. Una buona presenza su motori di ricerca, social media e piattaforme e-commerce locali come Naver e Kakotalk risulta, dunque, il primo passo per una strategia di marketing vincente.
Per conoscere meglio l’ecosistema digitale coreano leggi il nostro approfondimento sulle piattaforme e social network più utilizzati in Corea del Sud.
Moda calzature in Corea del Sud: Tra K-Fashion, brand reputation e trend virali
Per una buona strategia di posizionamento, oltre alle piattaforme social, è importante conoscere anche i gusti e i trend d’acquisto locali. Trend che, in Corea del Sud, si delineano come un vero e proprio filone parallelo alla moda occidentale.
Come molti sanno, negli ultimi anni la Corea del Sud è stata in grado di sviluppare un vero e proprio soft power legato a fenomeni di cultura pop, definito da molti Onda Coreana.
K-pop, K-fashion, Skincare, K-drama…sono solo alcuni dei fenomeni che hanno cominciato a destare l’interesse del mondo occidentale. E anche il mondo della moda internazionale non è rimasto sordo a questa nuova “ondata” di popolarità. A fine 2021 Gucci ha scelto l’attore Lee Jung-Jae, protagonista della famosa serie tv Squid Game, come suo Global Ambassador mentre Jimin, membro della band planetaria BTS, è stato scelto da Dior.
Ma, se per ovvia “potenza di fuoco” sono i brand di lusso ad accaparrarsi l’immagine delle celebrità sudcoreane, nel mercato sembra esserci spazio anche per le imprese italiane di dimensioni più ridotte.
Negli ultimi anni la spesa dei coreani in beni di lusso è aumentata esponenzialmente, grazie soprattutto al generale arricchimento della classe medio-alta e al desiderio di accrescere il proprio status sociale attraverso l’acquisto di brand popolari. Come in molte altre culture asiatiche, infatti, il concetto di status riveste un ruolo fondamentale nella società e gli acquirenti più giovani, che detengono il maggior potere d’acquisto, tendono a seguire molto i trend, prediligendo le mode virali che vedono apparire sugli schermi dei propri smartphone più che le griffe di alta moda.
Costruire una solida brand identity intorno al proprio marchio, affidarsi all’influencer marketing e seguire i trend sulle piattaforme utilizzate dal pubblico sudcoreano sono, dunque, passaggi fondamentali per acquisire una fetta consistente del mercato.
Vediamo di seguito 3 elementi da tenere in considerazione per le PMI del settore calzaturiero interessate ad esportare in Corea del Sud.
3 elementi per una strategia marketing di successo in Corea
1. Qualità Made in Italy
Come in ogni altra parte del mondo, anche in Corea il Made in Italy è sinonimo di alta qualità dei materiali e artigianalità.
Pur strizzando l’occhio ai trend, la clientela sudcoreana è appassionata di moda e ama i prodotti originali e di buona fattura, non solo le griffe. Per questo motivo l’artigianalità dei prodotti calzaturieri italiani riesce a fare la differenza. Non è un caso, infatti, che i prodotti italiani più popolari in Corea siano quelli di alta fascia e che le calzature più esportate siano i modelli in pelle, grazie all’indiscusso primato qualitativo della pelletteria italiana.
Con un prezzo medio di vendita di 152€ a paio, la Corea è senza dubbio una meta appetibile per le piccole aziende artigianali del settore calzaturiero capaci di mettere in luce l’alta qualità dei propri prodotti.
2. Presenza digitale e customer-service
Come anticipato, il mercato coreano è profondamente digitalizzato e la percentuale di utenti che effettua acquisti online regolarmente si attesta all’80%. Per affermarsi nel mercato, dunque, è fondamentale creare e mantenere una forte presenza online su tutte le maggiori piattaforme di e-commerce e non solo.
Ma il semplice “esistere” non è sufficiente. Per conquistare il pubblico coreano è importante, prima di tutto, parlare la lingua locale, creando contenuti in coreano efficaci e in linea con lo stile comunicativo del proprio brand.
Grande importanza va riservata anche all’estetica. Gli acquirenti coreani hanno gusti sofisticati e l’immagine del brand può fare la differenza. In qualità di hub nevralgico, soprattutto nel settore moda, la Corea detta le tendenze, e Cina e Giappone seguono. Per questo motivo, conquistare i gusti del mercato coreano può essere un ottimo punto di partenza per spalancare le porte ad altri mercati asiatici.
Infine, un altro aspetto fondamentale è garantire un ottimo servizio post-vendita. Gli acquirenti sudcoreani, sempre più esigenti, amano essere coinvolti e coccolati dai loro brand di fiducia. Questo permette di accrescere la lealtà nei confronti del marchio, favorendo il passaparola e le recensioni positive che, nel mercato coreano, possono realmente determinare il successo dell’azienda.
3. Influencer Marketing e attenzione ai trend
Visto dai nostri occhi può sembrare strano, ma uno degli elementi imprescindibili per ottenere una buona visibilità nel dinamico mercato coreano è quello di affidarsi a personaggi conosciuti per promuovere l’unicità del proprio brand.
Certo, ma come può una piccola azienda italiana stringere contratti milionari con celebrità internazionali? Per fortuna, questo in Corea non è necessario.
L’influencer marketing è una strategia ancora poco sfruttata in Italia ma molto popolare nei mercati asiatici, dove il concetto di collettività e status è profondamente radicato.
I Key Opinion Leader (KOL), sono persone con un buon seguito sui social network, spesso specializzate in un settore, pagate per provare i prodotti dei vari brand e offrire una recensione onesta ai propri follower, in modo da indirizzarli o meno all’acquisto.
Rispetto al passato, dove la promozione era affidata esclusivamente alle celebrità, molti brand più o meno grandi hanno cominciato a comprendere l’importanza del rapporto diretto con i propri consumatori. La presenza di una figura non VIP, dunque avvicinabile, con cui poter interagire direttamente e dalla quale ottenere consigli onesti e trasparenti, crea un senso di fiducia e di vicinanza al marchio e può rivelarsi determinante per un brand italiano ancora sconosciuto sul mercato.
Infine, come menzionato più volte, è importante per qualsiasi azienda rimanere al passo con le ultime tendenze e imparare a cavalcare i trend online sui social, specialmente in un Paese così dinamico come la Corea del Sud.
Un esempio? Il fenomeno del “twinning”, ovvero coppie di fidanzati che indossano lo stesso look per uscire. Lanciata nel 2012 su Instagram, questa moda ha visto un boom di popolarità in Corea e si è rivelata uno spunto interessante per molti brand internazionali e non, che sono riusciti a conquistare rapidamente il mercato lanciando linee di abbigliamento “di coppia” per lui e per lei.